Antonio Conte si racconta: perché i personaggi famosi ricorrono al trapianto di capelli

Antonio Conte e i suoi capelli: da anni un fenomeno mediatico di grande portata. Moltissimi uomini interessati al problema delle calvizie di fronte alle immagini dell’ex allenatore della Juventus hanno iniziato a convincersi del fatto che forse davvero l’autotrapianto con tecnica FUT può essere la soluzione definitiva.
Trapianto di capelli e l’importanza dell’immagine
Il trapianto di capelli negli uomini è una pratica sempre più diffusa, anche se a volte spinta da strategie commerciali poco trasparenti, ma il fatto è che gli uomini, quando possono, cercano di combattere la calvizie in ogni modo.
Anche se non è l’unico coinvolto, quello dei calciatori è probabilmente l’ambiente più “in mostra” nell’universo maschile, dato l’interesse che in Italia c’è per il calcio. Non solo, ma da anni a questa parte, i calciatori hanno dimostrato anche di essere sempre più attenti alla loro cura estetica, e se uno di questi ricorre al trapianto di capelli, questo diventa automaticamente una scelta di cui gli uomini cominciano a parlare, discutere e che, quando è il caso, valutano come soluzione percorribile anche da loro.
Per l’Italia il caso forse più conosciuto è quello del trapianto di capelli di Conte, ex calciatore e allenatore di successo, prima alla Juventus e ora nel Chelsea.
Torniamo però a Conte: anni fa, prima ancora di diventare allenatore, ha dichiarato ai media quello che è il suo pensiero sulla chirurgia estetica e il rapporto con il successo: «oggi viviamo nella società dell’immagine e non tenerne conto è un grave errore […] adesso ho i miei capelli nuovi con i quali convivo benissimo».
Come prendere appuntamento con il Prof. Rosati
Ma non c’è scontro con chi difende con orgoglio la propria “pelata”: «Ognuno è libero di scegliersi il look che preferisce. Perché poi, al tirar delle somme, conta molto di più quello che c’è dentro la testa che non fuori».
E scherzando sul chiurgo Piero Rosati che lo ha operato dice: «Quando avrò giocato a calcio per qualche altro anno per recuperare tutti i soldi che mi ha fatto spendere il mio amico professor Rosati, mi metterò a fare l’allenatore. E se in panchina non avrò testa, di strada ne farò poca, giusto?». Dopo alcuni anni e visti i risultati come allenatore, però, si può dire che di testa ne ha avuta molta, indipendentemente dai capelli.
Le dichiarazioni sono tratte dall’articolo “Conte: l’ho fatto anch’io, quel chirurgo è un mago” di Mario D’Ascoli.