COVID-19 e caduta dei capelli. Può un virus causare la calvizie?

da | 3 Dic 2021 | Blog

La calvizie è un problema che affligge moltissimi uomini, e sempre più anche le donne. Tutto comincia con l’osservare che i capelli che cadono ogni giorno sono tanti, troppi, con la conseguente perdita di foltezza nelle zone centrali e frontali del capo.

A che cosa è dovuta la calvizie? Abbiamo già parlato nel sito delle possibili e più frequenti cause. Oggi però, a quasi 2 anni dall’inizio della pandemia del COVID-19, si è osservato un acuirsi del fenomeno con una certa correlazione all’incedere della pandemia.  Forse il Coronavirus colpisce direttamente i capelli? Molto probabilmente no, ma i suoi effetti diretti e indiretti stimolano quei fattori già ampiamente documentati in relazione alla calvizie.

Come prendere appuntamento con il Prof. Rosati

Effetti indiretti

Nel migliore dei casi non abbiamo contratto il virus, né lo hanno fatto i nostri amici e parenti. Tutti quanti, però, abbiamo subìto le conseguenze delle restrizioni e del continuo stimolo ansiogeno dei notiziari e dei social, che ogni minuto ci mettono in allerta sui problemi del virus e delle sue varianti. In più vanno considerati i periodi prolungati di permanenza forzata tra le mura domestiche, la poca socializzazione, le difficoltà nel praticare sport all’aperto, la riorganizzazione (a volte molto complessa) della propria vita lavorativa in “smart working”. Tutto questo, ripetiamo, è stato l’impatto minimo che tutti abbiamo sperimentato.

Ci sono poi categorie professionali che stanno ancora affrontando un lungo periodo fatto di difficoltà, incertezza o vera e propria rovina economica. Pensiamo a chi ha dovuto sacrificare i risparmi di una vita per affrontare mesi e mesi di chiusura delle attività turistiche e ricettive, giusto per citare le prime che vengono in mente. Questo naturalmente incide in misura enorme sull’equilibrio psicologico di chi ha visto all’improvviso un ulteriore peggioramento delle proprie prospettive economiche, con conseguente stress.

C’è poi chi ha dovuto combattere il COVID direttamente, in certi casi cavandosela con un po’ di quarantena, in altri con febbre e qualche sintomo, ma in altri ancora con la necessità di trascorrere decine di giorni in ospedale, magari collegati ad un respiratore. Oppure il COVID ha colpito in famiglia, mettendo in pericolo i genitori anziani, che a volte non ce l’hanno fatta, senza nemmeno il conforto dei parenti al proprio capezzale, esclusi per motivi di sicurezza dalle strutture sanitarie.

Tutto questo ha colpito tutti noi con varie intensità, causando preoccupazione, ansia. In una parola, potremmo dire: “stress”. Ben lungi dall’essere una condizione confinata alla nostra psiche, lo stress esercita una vera e propria sofferenza fisica, che si manifesta in varie reazioni, alcune delle quali con conseguenze anche sulla salute dei nostri capelli. Una di queste reazioni è la vasocostrizione, cioè il restringimento dei vasi sanguigni, che nei punti più periferici del nostro organismo, come nel cuoio capelluto per intenderci, comporta un minor afflusso di sangue verso i bulbi piliferi. Questi meccanismi di reazione non sono problematici se lo stimolo scatenante è di breve durata, ma questo ovviamente non è il caso della pandemia.

Effetti diretti

Ma c’è una responsabilità diretta del virus nella caduta dei capelli? Beh, di sicuro si può dire che il nostro sistema immunitario, sollecitato dal virus, può avere un impatto su una caduta anomala di capelli, anche in soggetti che tecnicamente non soffrono di calvizie.  Innanzitutto quando una persona sana contrae un virus, il sistema immunitario reagisce a vari livelli per riconoscere l’agente patogeno e affilare le proprie armi per sconfiggerlo. Il modo con cui il nostro organismo reagisce alle minacce esterne è molto complesso e affascinante, ma qua ci basta sapere che quando si innesca un processo infiammatorio, le cellule del nostro corpo emettono sostanze che contrastano gli effetti dell’infezione, provocano però alcuni “danni collaterali”.  Queste sostanze, tra cui citiamo le citochine,  interferiscono ad esempio sul ciclo di vita del capello, accelerando la fase di caduta, che si manifesta entro qualche mese. In questo caso si tratta di un effetto temporaneo che tende a sparire spontaneamente dopo un po’. Tuttavia se la calvizie è già in corso, questa accelerazione della caduta non verrà recuperata del tutto.

Considerando tutto questo, vale la pena ricordare alcune cose.

1) la caduta di 50-100 capelli al giorno è del tutto normale (vedi l’articolo su quanti capelli si perdono al giorno).
2) se mettiamo in correlazione eventi stressanti e/o debilitanti come l’infezione da COVID ad una potenziale calvizie, a poco serve la diagnosi “fai da te”, e tantomeno l’autoprescrizione di presunti rimedi farmacologici o trattamenti che lasciano il tempo che trovano, ma che si fanno pagare anche molto cari

La soluzione migliore è quella di consultare il dermatologo di fiducia che provvederà ad una valutazione dell’eventuale stato della calvizie, individuando un percorso, quando possibile, per la soluzione più efficace contro il problema.

L'Autore

Prof. Piero Rosati - Chirurgo plastico ed estetico

Prof. Piero Rosati

Chirurgo plastico ed estetico - Professore a contratto

Il prof. Piero Rosati si interessa da più di 35 anni di chirurgia del cuoio capelluto per la correzione chirurgica della calvizie androgenetica, per la ricostruzione del cuoio capelluto dopo incidenti, traumi, ustioni, importanti interventi neurochirurgici e tumori. Ha all’attivo oltre 190 relazioni, comunicazioni e lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali e presentati a congressi nazionali, internazionali e mondiali oltre ad essere stato docente a numerosi corsi teorico-pratici con dimostrazioni chirurgiche dal vivo in Europa, Stati Uniti e Sud America.

Visualizza il curriculum.