Shock loss: che cosa è e come evitarla

Nell’ambito dell’autotrapianto, la shock loss è una perdita di capelli a seguito dell’intervento nelle aree trattate. Può trattarsi di capelli, ma più spesso di vello e non va assolutamente confusa con la caduta dei capelli trapiantati con tecnica FUE, che invece è dovuta ad imperizia e incapacità da parte dell’operatore nel prelevare i capelli permanenti, cosa che abitualmente con la tecnica FUT non si manifesta.
La perdita dei capelli già presenti nell’area da trapiantare è dovuta a 2 fattori traumatici.
Il primo fattore è rappresentato dall’effetto meccanico di inserimento di unità follicolari in mezzo ad altri capelli per il quale è necessaria la perforazione della cute; in questa fase di inserimento si possono danneggiare i capelli circostanti.
Il secondo fattore è dato dalla piccola fibrosi causata dalla micro-cicatrice che noi utilizziamo per inserire i capelli nella nuova sede, che penalizza i capelli già presenti nell’area ricevente. Negli interventi con tecnica FUE questo fenomeno si può manifestare molto più frequentemente ed in misura maggiore, perché dovendo effettuare, ad esempio, 2-3 mila forellini nell’area donatrice, ciascuno dei quali corrispondente poi ad una cicatrice anche di 1 millimetro, avremo creato complessivamente una cicatrice di circa 3 metri, con conseguente e proporzionale fibrosi e riduzione della vascolarizzazione. Tutto questo, quindi, porta alla perdita dei capelli.
Con la tecnica FUT, dove la cicatrice non è più lunga di 20-30 centimetri, vedremo che questo problema si manifesterà assai meno. Sta all’esperienza del chirurgo riconoscere un’area che potrebbe essere soggetta a shock loss; queste sono aree dove solitamente il vello è molto sottile e folto o dove i capelli sono particolarmente deboli.
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In ogni caso va detto che la shock loss non determina la caduta dei capelli, ma anticipa la caduta dei capelli destinati a cadere. Quindi se l’indicazione è buona da parte del chirurgo, che deve aver fatto una scrupolosa programmazione, il risultato dell’intervento sarà nettamente superiore alla shock loss e quindi al danno prodotto da essa. Anche qui è importantissima l’esperienza del chirurgo: nella programmazione di un autotrapianto di capelli egli dovrà valutare approssimativamente una percentuale più o meno importante di probabilità che la shock loss si manifesti, ed eventualmente procrastinare nel tempo il trattamento, o in casi estremi, sconsigliarlo per il bene del paziente, affinché il danno non sia superiore al beneficio.