Berlusconi a Ferrara per un trapianto bis

Pubblicato il 6 Agosto 2005 su La Nuova Ferrara

di Anna Bassano e Adriana Saviani

Da una porta a vetri del numero 143 di via Piangipane esce il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Ha appena terminato il suo secondo trapianto di capelli nel poliambulatorio privato di chirurgia plastica del professor Piero Rosati.”

Dalla presunta malattia al trapianto bis

Ore 16.40: provato, barcollante e con una vistosa benda sulla testa protetta da un berretto blu scuro, da una porta a vetri del numero 143 di via Piangipane esce il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Ha appena terminato il suo secondo trapianto di capelli nel poliambulatorio privato di chirurgia plastica del professor Piero Rosati; Berlusconi, scortato da cinque guardie del corpo, sale velocemente su una jeep scura, arrivata al momento opportuno, e in pochi secondi sparisce.

Una giornata di attesa per i numerosi giornalisti appostati sin dal mattino nel parcheggio della clinica di Rosati, nella speranza di vedere il presidente uscire dall’ingresso principale.
Poche le notizie trapelate dalle testimonianze dei dipendenti degli uffici circostanti la palazzina gialla della clinica. Nessuno si dice certo che le due audi grigio fumo, parcheggiate all’esterno appartengano al presidente e alla sua scorta, anche se molti lo sospettano e qualcuno ricorda «l’Audi come quella dell’altra volta». Il 2004, anno del primo trapianto. E pensare che due giorni prima, al Consiglio dei ministri su Bankitalia, il premier era dato per malato.
La lunga attesa si alimenta con un falso allarme dietro l’altro: semplici controlli della scorta innervosita dalla presenza dei fotografi. Telecamere e obiettivi puntati sulla scena principale: la comparsa del presidente con o senza bende.
Colpo di scena. Un’uscita nascosta e lontana dall’assalto dei paparazzi, elude i controlli. Ne approfittano gli uomini della scorta. Su probabile suggerimento di Rosati, Berlusconi viene condotto, attorno alle 16,40, nell’appartamento del chirurgo, confinante con lo studio. In pochi secondi due Cherokee nere irrompono davanti l’uscita secondaria. E’ un attimo. Cinque uomini dallo sguardo severo, precedono un uomo visibilmente provato: pallido in volto, leggermente ricurvo, con il capo coperto dalle bende, un soprabito scuro adagiato sulle spalle e un berretto blu a nascondere la vistosa fasciatura. Un Berlusconi molto diverso dal solito, appoggiato alla schiena di una delle guardie, e sorretto da un secondo uomo, ancora stordito dall’anestesia. Aiutato a salire sulla jeep che lo attendeva, il premier si è faticosamente adagiato sul sedile posteriore affiancato da altri due uomini della scorta.
Una decina accelerata, ed entrambe le Cherokee si sono dileguate, seguite dalle due audi blindate, parcheggiate a tradimento davanti l’ingresso principale. Un copione da regista: per la seconda volta il capo del governo si è sottoposto all’intervento di capelli, senza dare nell’occhio. Il 5 agosto dello scorso anno, infatti, il premier si era recato da Rosati, per lo stesso tipo di trapianto, riuscendo a non far trapelare nessuna indiscrezione.

 

Un «anniversario» perfetto

di Alessandra Mura

E’ il secondo anno consecutivo che, alla data del 5 agosto, l’agenda del premier indica, parola più, parola meno: “Ferrara, visita dal professor Rosati”. Perché, scaramanzia o casualità, risale precisamente al 5 agosto 2004 il primo chiacchierato trapianto di capelli eseguito dal professor Rosati per rinfoltire la chioma sempre più rada di Silvio Berlusconi. Per il cortile di via Piangipane ieri è stata una sorta di deja vu. Era un giovedì mattina di dodici mesi fa quando la sbarra all’ingresso del cortile si sollevò per far passare un piccolo corteo di auto, tra cui spiccava un’Audi A8 grigia del tutto uguale a quella “presidenziale”. Alcuni testimoni notarono un uomo di bassa statura infilare a passi rapidi – tra due ali di body guard – l’entrata dell’ambulatorio del professor Rosati. Ma il “blitz” non valicò i confini di via Piangipane e rimase lontano dalle insidie del pettegolezzo. L’episodio assunse ben altra portata quando, un paio di settimane più tardi, fece il suo debutto mediatico la bandana. Allora tutti i giornali spararono la foto del Cavaliere con la testa avvolta da un fazzoletto a pois, il look con il quale accolse il Sardegna il premier britannico Tony Blair in visita ufficiale. E fu subito congettura. Presto le ironie sulle frenesie modaiole del premier lasciarono il posto a quelle, non meno pungenti, su un’improvvisa “voglia di giovinezza” e nostalgia dei capelli perduti. E a quel punto dalle testimonianze dei residenti di via Piangipane emersero indizi gravi, univoci e concordanti (tra cui la scomparsa di tutti i panini dal bar sottostante) su un trapianto di capelli ferrarese. Di conseguenza, la discussa bandana fu promossa da semplice vezzo di mezza età a strategica protezione del cranio. Ieri il bis, ma con un solo mistero: dovremmo aspettarci un’altra bandana?

Inventore del capello nuovo

Il chirurgo ferrarese è nella «top five» mondiale

È diventato universalmente famoso un anno fa, il professor Rosati, grazie a una bandana, ma il suo nome era in auge da tempo negli ambienti specializzati e tra i cultori della chirurgia estetica. E’ infatti indicato nella top five dei chirurghi del capello da quando, sei anni fa, operò il primo trapianto di capelli e cute al mondo tra due persone diverse e non per autotrapianto. L’intervento dei record venne effettuato tra due gemelline di Trento. Rosati, a Ferrara da venticinque anni, si è laureato all’università di Bologna e ha approfondito in Francia lo studio della chirurgia plastica con particolare riferimento alla microchirurgia vascolare e nervosa. E’ stato presidente del Rotary club di Ferrara per l’anno 2003-04. E’ stato insignito del titolo di cavaliere.

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