Il nuovo trapianto del Cavaliere

Pubblicato il 6 Agosto 2005 su Repubblica

di Janner Meletti

Berlusconi, nuovo trapianto di capelli

Il Cavaliere a Ferrara dallo stesso chirurgo che lo operò un anno fa

Fa quattro passi in tutto ma gli debbono sembrare un’eternità. Lo aiutano a salire su un fuoristrada, un Cheerokee nero. Mentre un agente apre la portiera dietro, lui si appoggia ancora alla schiena dell’altra guardia, adesso con le due mani una a fianco dell’altra. Lo tengono sotto le ascelle, quando entra nel gippone. Poi i vetri oscurati cancellano tutto. Ma non ci sono dubbi: l’uomo che barcolla e sembra davvero stordito, ed ha tutta la parte superiore della testa coperta da bende bianche inutilmente mascherate da una specie di papalina blu, è proprio Silvio Berlusconi, il Cavaliere. Non dice una parola. Ha solo fretta di trovare un punto d’appoggio sicuro. Ha solo voglia di arrivare dove nessuno possa vederlo in queste condizioni. Ma fra qualche giorno riapparirà e dirà, come l’anno scorso, che «i capelli stanno crecendo meravigliosamente». E forse si vanterà ancora una volta di avere vinto il cancro e la calvizie. «Chi crede ci riesce».
In questo pomeriggio d’agosto, in una Ferrara splendida e deserta, il Cavaliere barcollando suscita tenerezza. E’ un uomo che soffre davvero e pensi che dopo un’operazione con anestesia dovrebbe essere in una clinica o in un ospedale per rimettersi in forze. Invece è qui che cerca di sfuggire ai cronisti e viene sballottato fra fuoristada ed elicotteri per arrivare forse tra le mura protette di villa Certosa.
Via dall’ambulatorio, subito. In tv deve andare solo il “dopo”, con una bandana che sembra uno scherzo annuncia il prossimo apparire di una capigliatura da giovanotto (anche se gli anni sono ormai 69) e magari un ciuffo. La faccia del cavaliere sembra anche piena di stupore. Forse si chiede se era in caso di cercare, volere e pagare questa sofferenza.

Farà discutere, questa nuova operazione del Premier. L’altro giorno non si è presentato al Consiglio dei ministri – doveva discutere di Antonio Fazio e della Banca d’Italia, non di noccioline – dicendo di avere febbre e mal di gola. Poi invece arriva a Ferrara per rimettersi in testa il suo sogno meraviglioso. Un’operazione non si affronta in stato febbrile e allora è facile azzardare che i giorni di ritiro siano serviti alla preparazione dell’intervento. A quanto si è saputo l’operazione doveva farsi giovedì, ma poi Silvio Berlusconi ha deciso di rinviare a ieri, Sant’Osvaldo “difensore della casa”, dice il calendario. Forse per scaramanzia, ha scelto il primo esatto anniversario del primo trapianto.
Testimone dell’arrivo del Cavaliere in via Piangipane, nel “Poliambulatorio privato di Chirurgia plastica ed estetica cervico facciale” del dottor Piero Rosati, è il signor Romano Caselli, assicuratore, che ha il suo ufficio nello stesso cortile. «E’ sceso dalla macchina alle 8,40, aveva tre o quattro agenti di scorta, e sembrava volasse. Ha salito di corsa i gradini della clinica». La voce si sparge presto. Del resto, l’Audi di color grigio metallizzato è quella apparsa mille volte in tv e la presenza di uomini con l’auricolare è una conferma. La casa gialla del dottor Rosati (che già un anno fa smentì, confermò poi ancora negò di avere avuto sotto i ferri tale augusto paziente) è un supermercato della chirurgia estetica. La targa spiega infatti che qui si effettuano operazioni di “chirurgia plastica della testa e del collo”, ma anche quella facciale e pure quell'”estetica del cuoio capelluto”. Non si tralascia la “chirurgia cutanea”. Il medico, professore a contratto all’ateneo di Ferrara, non è certo fra gli italiani che si lamentano del Premier.
Alle 12,15 la moglie del dottore, su una Porsche Cayenne, va a prendere il pranzo. Tramezzini, panini, sfogliatine. Per medici, infermieri e per le guardie del corpo, non certo per il Cavaliere sul quale è già iniziato il trapianto – questa la tecnica del dottor Rosati – di capelli con bulbo e cute, il tutto preso dalla nuca. Un agente prende dall’auto della scorta una borsa di Foot Locher, negozi di abbigliamento sportivo, e si accendono le scommesse. «E’ andato a prendere la bandana». Alle 14 il barista del Kristal, di fronte all’ambulatorio, dice che una radio ha dato questo annuncio: «I ferraresi oggi non vanno al mare. Sono tutti in via Piangipane per vedere Silvio Berlusconi». Qualcuno passa in bicicletta, si ferma e guarda verso l’ambulatorio. Scuote la testa e riprende la propria strada. Ci sono 24 gradini, fra l’ingresso e la sala operatoria. Ogni tanto una ragazza scende per portare i caffè a quelli della scorta, chiusi in una stanza a pianterreno.
Le tende chiudono le cinque finestre versi dell’ambulatorio. Otto ore di attesa, con la macchina del Cavaliere lasciata davanti all’uscio. E’ solo un’esca. Silvio Berlusconi viene portato nell’appartamento del medico, scende una scala e alle 16 e 35 esce dalla porta accanto alla banca. Un attimo solo, come un flash.

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