La vanità è anche uomo

di Daniela Rocca
Pensate che agli uomini l’estetica non interessi? I dati dimostrano il contrario. Anzi non solo sono sempre più numerosi, ma anche più esigenti. Il professor Piero Rosati, noto chirurgo plastico e docente all’Università di Ferrara, fotografa un trend in evoluzione.
In ogni epoca l’individuo ha cercato di migliorare la propria fisicità, ma mai come in questo momento. L’intensità di messaggi più o meno espliciti e amplificati dai media e le innumerevoli suggestioni trasversali nell’ambito sociale, oggi spingono a qualificare la bellezza e l’aspetto giovanile come valori e obiettivi primari da raggiungere, componenti indispensabili per affrontare una sana vita relazionale. Per questo motivo, nella società moderna è sempre più frequente il ricorso al chirurgo estetico. C’è chi combatte le rughe e i primi cedimenti della pelle, chi corregge un naso troppo lungo, chi rimodella pancia, gambe e seno e chi aumenta il volume delle labbra. Ma non solo. O meglio, non si tratta solo di interventi per migliorare l’estetica Femminile. Perché gli uomini che scelgono di ricorrere al bisturi sono in continuo aumento. In Gran Bretagna il Fenomeno ha raggiunto dimensioni tali da richiedere l’apertura di un blog per tutelare i pazienti da specialisti poco seri. E in Italia? Piero Rosati commenta questa tendenza.
Professore, com’è cambiato l’atteggiamento degli uomini verso la chirurgia estetica?
«In realtà non possiamo parlare di grandi cambiamenti. A tal proposito potrei citare un famoso chirurgo plastico newyorkese: “Gli uomini si guardano allo specchio, e si sono sempre guardati, almeno quanto le donne, solo che prima di farlo chiudono la porta”. Quindi gli uomini sono sempre stati attenti al loro aspetto, ma solo recentemente hanno cominciato a esternare questo loro desiderio di migliorare. D`altro canto, oggi il miglioramento dell`aspetto fisico favorisce anche i rapporti sociali, perché, inutile negarlo, anche il nostro corpo è uno strumento di comunicazione. La diffusione della chirurgia estetica dipende anche dal continuo confronto che abbiamo con la società, dalla complessità dei rapporti sociali, basti pensare, per citarne uno tra tutti, all’articolato mondo del lavoro».
Uomo e donna. Quali sono le differenze nell’approccio alla chirurgia estetica?
«L’uomo spesso finalizza l’intervento a qualcosa: per esempio ricorre alla chirurgia estetica per sedurre, per sentirsi più competitivo ed efficiente nel continuo confronto con colleghi più giovani nel mondo del lavoro. La donna, invece, nella maggior parte dei casi, lo fa per se stessa, per piacersi di più. Comunque, l’uomo che non hai capelli, fa di tutto per nascondere la calvizie, cosi come la donna che ha un naso molto prominente, difficilmente si pone di profilo per farlo vedere. In questi aspetti non sono molto diversi».
Qualche anno fa l’uomo andava in palestra, faceva esercizi. Adesso non c’è neanche più la voglia di sacrificarsi. Sembra che si siano stancati di sudare in palestra e preferiscono le soluzioni “facili”.
«Quelli che hanno un fisico prestante sono abituati a Fare attività fisica e tendono a mantenersi. Chi invece il fisico prestante non l’ha mai avuto e ha sempre fatto pochissima attività fisica, è molto più pigro e quindi vede nella chirurgia estetica la bacchetta magica, risolutrice e consolatrice. Invece la prevenzione rimane il migliore metodo per mantenersi in forma e invecchiare bene: ad esempio non si può pretendere una pelle giovane e Fresca se ci si fa una lampada tutte le settimane, comunque oggi anche l’uomo comincia a capire l’importanza della prevenzione e la attua con attenzione, quasi come le donne».
Quali sono gli interventi più richiesti dagli uomini?
«Le richieste di interventi di chirurgia plastica sono differenti secondo l`età. Ad esempio l’intervento per correggere le orecchie prominenti è richiesto fin dalla giovane età, così come disestetismi di un naso troppo importante con la rinoplastica. Con gli anni arrivano i problemi dei capelli, del diradamento e della calvizie. Sempre a questa età, l`uomo viene infastidito anche da un petto troppo voluminoso che talora può assumere un aspetto simile alle mammelle Femminili. Poi si passa agli inestetismi che compaiono un po’ più avanti negli anni e riguardano la zona oculare: le palpebre un poco cadenti, lo sguardo un po` chiuso. In questi casi si interviene con la blefaroplastica, mentre per l’invecchiamento del viso si ricorre inizialmente ai filler, sostanze che aiutano ad appianare i solchi o le rughette del viso. Il passo successivo è il lifting.
E per chi ha problemi di peso?
«Fermo restando che per chi ha problemi di peso la migliore terapia e la dieta, negli uomini l’addome e il punto dove si accumula maggiormente il grasso. L’eccesso di adipe spesso si concentra anche nei fianchi dando origine alle cosiddette “maniglie dell’amore”, un inestetismo fastidioso è difficile da eliminare con una semplice dieta e il solo esercizio fisico. La chirurgia plastica è una valida soluzione e, infatti, sono molti gli uomini che ricorrono a questo tipo di intervento. Per togliere le adiposità sui fianchi occorre però un approccio mirato. L’operazione viene eseguita in anestesia locale e le medicazioni sono minime e facilmente minimizzabili dai vestiti nel corso della convalescenza. Un altro intervento molto richiesto dagli uomini è l’eliminazione del doppio mento».
Qual è l’identikit dell’uomo che si rivolge a lei?
«In realtà non si può disegnare un profilo specifico. Una volta il ricorso al chirurgo estetico poteva essere considerato un fenomeno sociale d’elite. Ora invece, non solo gli uomini sono sempre più numerosi ma
talvolta eccedono avendo una percezione alterata dei loro problemi, del loro aspetto fisico, e amplificano certi inestetismi che in realtà sono più che accettabili. In questi casi è necessario temperate questo atteggiamento: farsi operare per un difetto estetico non è come sottoporsi ad un massaggio, è sempre un intervento chirurgico che comporta tagli, punti e fastidio».
Ci sono altri rischi più seri?
«Un intervento chirurgico, grande o piccolo, profondo o superficiale va affrontato con la stessa attenzione con la quale si affronta qualsiasi altro intervento. Un bisturi poco scrupoloso infatti può comportare cicatrici non solo fisiche ma anche psicologiche. Non tutte le richieste possono essere accolte. Per questo è importante che durante lo screening che precede l’intervento, volto a valutare la condizione di salute del soggetto, altrettanta importanza venga data alla valutazione sulla rispondenza delle aspettative che il paziente ripone nell’intervento. lnfatti aspettative non realistiche potrebbero essere una validissima controindicazione».
Quindi il chirurgo deve mettersi anche un po’ nei panni dello psicologo?
«Non facciamo miracoli ma miglioriamo l’aspetto delle persone. I pazienti che si lasciano entusiasmare troppo facilmente dai possibili, anzi da quelli che loro vedono come “miracolosi”, risultati tendono erroneamente a banalizzare l’intervento. Il compito del chirurgo è anche quello di informare correttamente, mettendo al corrente il paziente dei rischi e delle controindicazioni, perché un intervento, seppur leggero, rimane sempre un intervento chirurgico».
Di specialisti ce ne sono tanti ed è difficile capire chi è veramente compente e chi no. Quali sono le linee guida che dovrebbero aiutare nella scelta del medico?
«Innanzitutto attenzione ad internet, perché la rete non impone alcun controllo e chiunque può spacciarsi per un ottimo specialista. A mio parere, il meccanismo migliore per scegliere il chirurgo è il vecchio passa parola, oppure ci si può affidare ai consigli del proprio medico. Questi sono forse gli unici strumenti utilizzabili per raggiungere professionisti affidabili. Pensi che il 40-50% dei miei pazienti sono già stati operati da altri chirurghi e a torto o a ragione non sono rimasti soddisfatti».
Una volta scelto il medico, qual è la fase successiva?
«Scelto il medico, il paziente dovrà verificare se l’intervento che sta per fare risponde realmente alle proprie aspettative, valutare gli eventuali rischi e disagi temporanei dovuti alla convalescenza ed avere
un`indicazione chiara e rispondente dei costi. E infine decidere senza fretta».