Trapianto di capelli – Silvio si toglie la bandana «Meglio con i capelli»

Pubblicato il 20 Agosto 2004 su Il Resto del Carlino

di Eva Desiderio

PORTO ROTONDO – Tutt’altro che intimidito dalla scorta, il ragazzo s’avvicina al premier: «Presidente, sta meglio con la bandana…«. E Berlusconi: «Ma un pò di capelli in più è meglio».
Eccola, la confessione. Gli è uscita così, come per caso, chiacchierando con un fan sulla piazzetta di Porto Rotondo. Insomma è vero, dopo il lifting di Natale, il trattamento tricologico di Ferragosto. Non era facilissimo da mascherare, senza bandana: come ha notato la folla che lo circondava, e gli stessi cronisti, piccole crosticine regolari punteggiavano la sommità della testa del premier. Smesso il look corsaro che tanti commenti aveva sollevato in occasione della visita di Tony Blair, Berlusconi si è presentato in piazzetta gustando un cono gelato alla crema. In polo e pantaloni blu, non si è sottratto alle decine e decine di foto-ricordo che giovani, coppie, anziani e ragazze hanno invoato. Il premier – tenuto sotto controllo dalle guardie del corpo che volevano accelerare la sua passeggiata – s’è intrattenuto per circa mezzora nella piazzetta scambiando battute un pò con tutti. A una signora che gli si è ricolta con un «Silvio sei bellissimo» il Cavaliere sorridendo ha ribattuto: «Mi permetta, signora, ma lei è ‘nu poco bugiarda’». Inutile una piccola protesta iniziale di fronte al pressing della folle («Mi fate sciogliere il gelato…»): Berlusconi è apparso ben felice di accontentare con autografi, baci e strette di mano la folla festante. Il premier ha concesso gli ultimi autografi appoggiando foglietti sulle spalle della sua guardia del corpo.

E arrivò il giorno dell’outing anche per il trapianto di capelli. Miracoli dell’«effetto bandana berlusconiana» che monopolizza il gossip (non solo politico) di questi giorni. Dietro al tam tam per il probabile trapianto del premier, ecco che in molti si fanno coraggio e confessano il loro peccato di vanità.
E’ il caso di Totò Schillaci, il mitico centravanti di Italia ’90, che intervistato sulla sua partecipazione all’Isola dei Famosi 2 e a Quelli che il calcio ha ammesso di essersi felicemente sottoposto all’intervento che gli ha restituito le chiome. «Così mi piaccio di più», ha sentenziato Totò, con buona pace di tutti quelli che finora, da Pippo Baudo a Mike Bongiorno passando con l’onorevole Schifani e perfino quel camaleonte di Benigni, hanno giocato a nascondino con riporti e parrucchini. Così d’ora in poi, nel clima pruriginoso del «dopo bandana», ci saranno quelli che hanno saltato il fosso affidandosi al rimpolpamento dei bulbi a opera del chirurgo estetico e chi, trionfante ha scelto di sfoggiare il cranio pelato. Esempi esaltanti di questa seconda categoria di maschi schietti, prestanti e spartani ce ne sono infiniti. Dall’arbitro Pierluigi Collina, che esalta la pelata luccicante anche nel sito dedicato alle sue imprese sul campo, al deputato dei Comunisti Italiani Marco Rizzo, giudicato dalle colleghe, proprio per la calvizie totale, il più affascinante dell’emiciclo.
Senza stare a ricordare l’allure di Yul Brinner, oggi si può sognare con Bruce Willis, tanto più macho quando più si è rasato, e con Brad Pitt che gioca a rasarsi come ha fatto in passato anche George Clooney. Più casalingo ma non meno forte il fascino di Luca Zingaretti, gettonatissimo commissario Montalbano «in piazza».
E che dire della simpatia di Claudio Bisio e dell’impatto d’immagine del giornalista sportivo Marco Mazzocchi?Molto più carini di eccelsi spelacchiati come Mel Gibson, Umberto Eco, Maurizio Costanza e Sean Connery, passando per il codino sgonfio dell’ultimo Marlon Brando. Che colse uno degli ultimi successi come sex symbol proprio con la pelata imponente di Apocalypse Now.
Oggi piace moltissimo il cranio nudo di Vin Diesel, nuovo eroe dei film d’azione made in Usa. Si fanno tentare dal rasoio anche Ronaldo e David Beckam, ma solo per moda. Sfoggia invee da sempre senza problemi la sue calvizie lo stilista Domenico Dolce. Deve avere qualche perplessità Zidane con la sua bella «chierica», problema lontanissimo ormai per Arrigo Sacchi.

«Raccontava barzellette sui calvi»

Il dottor Rosati: «Berlusconi è davvero un paziente modello: durante l’intervento prendeva in giro se stesso»

FERRARA – Berlusconi? Un paziente esemplare, molto rilassato e affabile. Simpatico. «Il premier raccontava barzellette su se stesso e la sua calvizie», racconta Piero Rosati, il medico chirurgo che ha effettuato giovedì 5 agosto, nel suo ambulatorio di Ferrara, l’operazione sul presidente del Consiglio. Un intervento minuzioso di sei ore durante il quale è stato effettuato l’autotrapianto di capelli da una parte all’altra del campo. L’atmosfera è stata particolarmente serene – sostiene Rosati – in altre occasioni pazienti importanti si sono rivelati molto difficili da gestire ma non Berlusconi, tutt’altro. «E’ un uomo di forte tempra».
Il primo contatto tra il presidente del Consiglio e il chirurgo estetico – professore all’università di Ferrara e uno dei migliori esperti italiani – era arrivato all’incirca un mese prima, a luglio, quando erano stati sondati i tempi possibili per l’intervento.
L’autotrapianto di capelli come quello effettuato da Berlusconi consiste dunque nel trasferimento di frammenti di cuoio capelluto da una parte all’altra del capo. L’intervento – di una durata variabile tra le 3 e le 4 ore – si esegue, preceduto da esami ematochimici e cardiologici di routine, in anestesia locale in una normale sala operatoria e in presenza di un anestesista.
I capelli vengono prelevati dalle regioni laterali e posteriori della testa da una striscia di cuoio capelluto, che va da orecchio a orecchio, dell’altezza di 1,5 – 2 centimetri. Questa viene poi separata in minuscoli frammenti di cute (contenenti da 1 a 2, da 2 a 3 capelli) che vengono poi reinseriti in minuscole incisioni effettuate nella cute calva. L’operazione chirurgica non è soggetta ad alcun tipo di rigetto visto che quelli che vengono “trasferiti” sono capelli dello stesso individuo che, una volta trapiantati, continueranno a crescere per tutta la vita.
Nella maggior parte dei casi, anche in rapporto alle aspettative dei pazienti, un solo intervento non è sufficiente.
E’ questo il motivo che porta a programmare nel tempo rinfoltimenti progressivi che è consigliabile effettuare a una distanza l’uno dall’altro di un minimo di sei mesi.
Dopo l’autotrapianto, che in persone in buone condizioni di salute non comporta alcun rischio, viene prescritta per qualche giorno una terapia antibiotica e antinfiammatoria. Il risultato dell’intervento si comincerà a vedere dopo tre-sei mesi quando i capelli inizieranno a crescere circa un centimetro ogni trenta giorni.

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