Domande frequenti sul trapianto di capelli

A seguire le risposte ad alcune delle domande frequenti sul trapianto di capelli.

I capelli trapiantati crescono come gli altri?

Certo, i capelli una volta trapiantati crescono come gli altri. In alcuni casi nei pazienti con capelli un po’ grossi e tendenzialmente ricci o ondulati nei primi mesi dopo la ricrescita (ribadisco in una piccola percentuale di casi) possono assumere un aspetto un po’ crespo che scompare abitualmente nel giro di qualche mese pettinandoli o spontaneamente entro 12/14 mesi.

Inoltre tutti i capelli trapiantati con il tempo potranno diventare bianchi se quello è il loro destino in età avanzata e qualora lo si desiderasse potranno essere tinti normalmente; in ogni caso non richiederanno alcun trattamento particolare se non il regolare lavaggio con shampoo normalissimi e di uso comune.

Il trapianto di capelli funziona o non funziona?

Il trapianto di capelli funziona se le aspettative del paziente sono proporzionate alla possibilità della tecnica chirurgica. Da ciò è molto importante una chiara informazione da parte del chirurgo della possibilità di correzione con l’autotrapianto in base al grado di calvizie, all’età ed alla possibile evolutività del diradamento. A questo fattore va aggiunta una corretta tecnica chirurgica eseguita da un chirurgo esperto, perché non esistono interventi facili o difficili esistono solo interventi che si sanno fare ed interventi che non si sanno fare.

Pertanto consiglio ad ogni potenziale paziente di farsi operare solo quando si è convinti che il chirurgo che opererà potrà fare per loro tutto quello che si potrà fare al meglio essendone pienamente informati e consapevoli.

Cos’è la FUE?

La F.U.E (Follicular Unit Extraction ovvero Estrazione di Unità Follicolari) è una tecnica di autotrapianto di capelli che consiste nel trapianto di capelli tramite prelievo diretto. Con questa tecnica i vari innesti vengono prelevati dalle regioni posteriore e laterali del capo (area donatrice) tramite un bisturi cilindrico cavo (punch) simile a quello utilizzato in passato. Si lascia guarire spontaneamente la regione del prelievo nella quale rimangono tante piccole cicatrici pari al numero degli innesti prelevati. I trapiantini vengono quindi inseriti direttamente nella parte interessata da rinfoltire attraverso piccole incisioni. Questa tecnica, più semplice per il chirurgo, non richiede un’equipe specializzata ed è indicata in casi più semplici o limitati o nei casi in cui le aspettative del paziente siano più modeste. Deve essere considerata una delle armi di cui dispone il chirurgo, con un utilizzo limitato e non la tecnica routinaria per eccellenza.

Vi può essere il rigetto dei capelli trapiantati?

Assolutamente no in quanto i capelli trapiantati provengono dallo stesso paziente e come tali riconosciuti dall’organismo.

Quando, dopo l’intervento si può iniziare a lavarsi i capelli?

Il primo shampoo potrà essere effettuato il terzo giorno dopo l’intervento e verrà effettuato tutti i giorni per i primi 15 giorni con un detergente idoneo, quindi si potranno riprendere i lavaggi con lo shampoo desiderato.

È possibile che i capelli non ricrescano?

Premesso che la chirurgia non è una scienza esatta, nella mia esperienza non ho mai riscontrato pazienti che lamentassero assenza di crescita dei capelli.

È possibile migliorare esiti non estetici di pregressi interventi sul cuoio capelluto?

Alcune metodiche chirurgiche della correzione della calvizie utilizzate nel passato hanno dato risultati estetici scadenti, ad esempio l’aspetto dei capelli a “ciuffi di bambola” o a “spazzolino”, l’aspetto innaturale dei capelli di alcune correzioni eseguite con la “rotazione dei lembi”, gli esiti cicatriziali conseguenti all’impianto di capelli artificiali. Tutti questi disestetismi possono essere corretti con le moderne tecniche di autotrapianto di capelli.

Donna e trapianto di capelli. Restano le cicatrici?

Qualsiasi intervento chirurgico che effettuiamo lascia cicatrici, che poi queste possano essere pressoché invisibili è possibile a maggior ragione nel cuoio capelluto dove rimangono in mezzo ai capelli.

E’ questo il caso del trapianto di capelli nella donna con qualunque tecnica venga effettuato sia essa FUE o FUT. Di certo posso affermare che l’aspetto delle cicatrici dopo il trapianto di capelli nella donna è migliore rispetto all’uomo e che abitualmente risultano realmente invisibili.

Autotrapianto di capelli: a che età si può fare?

L’indicazione all’intervento di autotrapianto di capelli non viene posta in base all’età ma in base al grado ed all’entità del diradamento della calvizie.

Ciò vuol dire che ci possono essere pazienti anche molto giovani operabili ed altri invece maturi da non operare. Molto importante è invece, nel porre l’indicazione all’intervento, che il chirurgo che osserva un paziente calvo o diradato dia l’indicazione secondo una programmazione che abbia sempre un occhio alla situazione presente ed un occhio a quella futura, cioè a come potrà essere il paziente non solo tra qualche anno ma anche tra qualche decennio, tutto ciò allo scopo di effettuare un intervento che sia esteticamente valido sia per il presente che per il futuro.

Il trapianto di capelli è doloroso?

Il trapianto di capelli non è doloroso. L’intervento viene eseguito in anestesia locale con sedazione, si svolge alla presenza di un anestesista che oltre a monitorizzare clinicamente i paziente, somministra un sedativo che porta il paziente a non avvertire né le punture dell’anestesia locale né di percepire la durata dell’intervento.

Autotrapianto di capelli a prezzo basso?

Quando si risparmia su un intervento chirurgico, il risparmio, a maggior ragione nell’autotrapianto di capelli, è in genere in termini di sicurezza.

Costi bassi sono dovuti a risparmi sul personale, sulle strutture, sui materiali.

Medici, anestetistici, biologi, infermieri, se qualificati, hanno un costo; sale operatorie attrezzate con moderne apparecchiature tecnologiche hanno un costo; materiali di qualità e sicuri hanno un costo. D’altro canto avete mai visto vendere una Ferrari al prezzo di una Panda?

Tutto ciò oltre a mettere in pericolo la sicurezza del paziente, può produrre risultati insoddisfacenti e trasformare la Vostra testa in una palestra per medici debuttanti.

Attenzione, quindi, senza fare di tutta un’erba un fascio, agli interventi proposti a basso costo perché la professionalità, la qualità e la sicurezza hanno un prezzo.

I capelli trapiantati diventano bianchi?

Certamente, i capelli trapiantati diventano bianchi in quanto sono capelli uguali agli altri.

I capelli trapiantati vengono solo spostati da una zona all’altra del capo per essere ridistribuiti sulle aree calve e pertanto conservano tutte le loro caratteristiche compresa quella di diventare bianchi. Va solo specificato che in base alla zona di prelievo dei capelli da trapiantare, i capelli diventeranno bianchi in tempi diversi, ma sempre con un aspetto omogeneo e naturale.

Come evitare nella chirurgia dei capelli una scarsa ricrescita?

La scarsa ricrescita può verificarsi per diversi motivi: disidratazione degli innesti, traumi fisici durante l’inserimento degli stessi, popping, trapianti inseriti troppo in profondità, siti riceventi vuoti ed innesti piegati.

Per posizionare con successo gli innesti il chirurgo deve: usare una lente di ingrandimento, tenere gli occhi fissi sui siti riceventi e seguire un modello per evitare siti mancanti e perdite di tempo, lasciare i capelli della zona donatrice un po’ lunghi per poterli individuare, controllare l’eccessivo sanguinamento che riduce la visibilità, evitare la disidratazione dei trapianti, mantenere una corretta dimensione del trapianto in modo che l’inserimento non sia “invasivo” e mantenere una corretta distanza tra un’incisione e l’altra affinché non si verifichi il fenomeno del popping.

Cos’è il tricogramma e a cosa serve?

Il tricrogramma è un esame microscopico dei capelli che studia la dinamica del ciclo follicolare sia in condizioni fisiologiche che patologiche. Questo esame si effettua strappando con un’apposita pinza un ciuffo di circa 50 capelli da almeno due sedi del cuoio capelluto: l’area interessata dal diradamento che vogliamo studiare e un’area di controllo. I capelli strappati vengono poi esaminati al microscopio. In questo modo è possibile esaminare la morfologia dei capelli e fare una stima percentuale dei capelli in fase anagen (di crescita) e in fase telogen (di caduta).

Sebbene il tricogramma possa fornire informazioni molto utili sulla morfologia e la struttura del capello non si deve attribuire a questo esame un eccessivo valore diagnostico. Per una corretta diagnosi è sempre necessario integrare le informazioni ottenute dal tricogramma con una accurata anamnesi ed un attento esame clinico del paziente.

Come si fa a prevenire e curare la follicolite post-opertatoria?

La follicolite è un’infiammazione del follicolo pilifero con varie eziologie: corpo estraneo, batterica, occlusiva, chimica ecc.

A seguito di un trapianto di capelli la causa più comune di follicolite (ad esempio pelo incarnito) è da corpo estraneo. Il trattamento per qualsiasi corpo estraneo è l’incisione della cute per far drenare il pus e rimuovere il corpo estraneo. Per fare in modo che questo non accada il chirurgo deve essere attento nel posizionare gli innesti trapiantati inserendoli “a filo” del cuoio capelluto lasciando il fusto dei capelli in superficie e non troppo affossato. La follicolite batterica è molto meno comune ed in questi casi si incide sempre la cute, si fa drenare il pus che può essere coltivato ed esaminato per eseguire un antibiogramma e quindi utilizzare un antibiotico specifico.

Nella chirurgia dei capelli la “dense packing”può causare un basso tasso di sopravvivenza?

Assolutamente sì. Si definisce “dense packing” il trapianto di più di 30 unità follicolari in un centimetro quadrato di cuoio capelluto. In questo modo si riduce l’apporto di sangue a quelli inseriti più centralmente che potrebbero non sopravvivere. Inoltre il processo di dense packing è ancora più prevedibile se si trapiantano unità follicolari multiple e poste nel vertice dove c’è un minor afflusso di sangue rispetto alla periferia.

È importante al fine del risultato finale il disegno della linea frontale che il chirurgo effettua prima di procedere all’autotrapianto di capelli?

Certamente, è importante in quanto il chirurgo deve creare attaccature di capelli più naturali possibile adattandosi alla forma del viso, all’età, all’estensione della calvizie ed alla densità dell’area donatrice del paziente. Per ottenere ciò il chirurgo procede alla creazione dei siti di ricezione secondo un percorso simmetrico ma irregolare.
In linea generale è consigliabile un approccio conservativo sulla collocazione ideale della linea frontale (7 – 8 cm di distanza dalle sopracciglia).