Sei anni fa eseguì un intervento unico al mondo

Pubblicato il 19 Agosto 2006 su La Nuova Ferrara

di Alessandra Mura

Rosati è tra i primi cinque chirurghi del capello a livello mondiale. […] La metodica messa a punto dal dottor Rosati, in anni di esperienza nel trattamento della calvizie maschile e presentata negli Stati Uniti alcuni anni fa, è già stata mostrata in Italia in una famosa trasmissione televisiva.
Inoltre, il dottor Rosati ha avuto grossi consensi e apprezzamenti nei più importanti congressi nazionali e internazionali anche grazie all’introduzione di un nuovo tipo di strumentario chirurgico ideato dallo stesso medico ferrarese. […] Tre auto scure, venti guardie del corpo. L’illustre paziente è rimasto dal «mago» quasi 10 ore.

Quando è uscito aveva le bende

I testimoni: se non era Berlusconi gli somigliava moltissimo

Cresce il mistero sotto la bandana del premier. E forse anche qualche capello in più. Un rinfoltimento di chioma che potrebbe portare una illustre firma ferrarese, quella del dottor Piero Rosati, un luminare a livello nazionale nel campo della chirurgia del cuoio capelluto. Che doverosamente, trincerato dietro il segreto professionale e la tutela della privacy dei suoi pazienti, ieri non si è lasciato strappare alcuna ammissione su un suo presunto intervento sulla testa calva del Cavaliere. Ma il “giallo” del trapianto ha messo radici fin dal 5 agosto scorso.

Prima della discussa bandana, infatti, poco più di dieci giorni fa un’Audi A8 grigia, somigliante in modo più che sospetto a quella presidenziale, era comparsa nel cortile interno di via Piangipane 141 dove, tra molti altri uffici e condomini, si trova anche il poliambulatorio del dottor Rosati. Scortata da una seconda auto e da una monovolume stipate di guardie del corpo, la macchinona dai vetri fumé aveva creato non poco scompiglio e curiosità tra gli inquilini e i dipendenti degli uffici.
Allora come oggi l’avvistamento di Silvio Berlusconi aveva subito dato la stura ai primi pettegolezzi. Lifting, mormoravano i maligni, dal momento che la bandana brillava ancora per la sua assenza, così come i capelli dal cranio dell’inquilino di Palazzo Chigi. E allora come oggi il dottor Rosati aveva eroicamente difeso il riserbo dei suoi pazienti, opponendo un cortese no comment a ogni richiesta di ulteriori chiarimenti.
Liberi da obblighi e deontologie professionali, i residenti degli edifici che si affacciano sul cortiletto hanno al contrario alimentato la leggenda metropolitana con racconti ricchi di dettagli. Più di uno ricorda lo straordinario spiegamento di mezzi che si era materializzato come d’incanto quella mattina del 5 agosto. Una dopo l’altra, le tre auto di grossa cilindrata avevano varcato poco prima delle nove la sbarra di ferro che delimita il cortile, dopo una volta di pochi metri.
«L’audio era proprio quella che si vede sempre in televisione che si vede sempre in televisione – racconta uno dei residenti – e l’uomo che ne è uscito se non era Berlusconi certo gli somigliava molto. Direi moltissimo. Tutti si sono affacciati alla finestra. Lui, basso di statura, era circondato da cinque o sei guardie del corpo, ma in tutto il cortile ci sarà stata almeno una ventina di body guard».
Camicia blu, pantaloni scuri, testa scoperta, l’uomo che tanto assomigliava a Berlusconi si è infilato, accompagnato dalla scorta, nel poliambulatorio del dottor Rosati. Una palazzina quasi modesta, dipinta di un giallino che avrebbe bisogno di qualche ritocco. Eppure qui si compiono miracoli di chirurgia plastica e di estetica del cuoio capelluto. In ogni caso l’illustre paziente non era lì per una visita mordi e fuggi. Da quella palazzina non è riemerso prima delle 18.30-19, e si dubita che abbia fatto anticamera.
Un’intera giornata che la piccola comunità di via Piangipane 141 ha trascorso in preda alla curiosità. Inutile strappare qualche informazione in più alla scorta, ricordano. Impeccabili nel look d’ordinanza – camicia chiara, giacca scura, occhiali da sole e auricolare – le guardie del corpo si sono limitate ad abbozzare qualche sorriso, e nulla di più.
«Ogni tanto tornavo alla finestra a controllare – continua un altro testimone – ed erano sempre lì. Sono rimasti ore ed ore. Quando come al solito sono sceso al bar Kristall qui di fronte per la pausa pranzo, ho trovato il banco sguarnito: “Vai da Rosati, i panini sono tutti là”, mi hanno fatto sapere dal bar».
Finalmente, verso le 19 il paziente vip è riemerso dalla piccola porta a vetri. Ma qualcosa nel suo aspetto era cambiato. La pelle abbronzata e glabra della testa aveva lasciato il posto a una macchia scura: una fasciatura, secondo qualcuno. Un berrettino da pescatore di tonni (o alla Lucio Dalla se preferite) secondo altri. Per proteggere i postumi di un trapianto di capelli? L’ipotesi appare più che verosimile, dopo dieci ore di permanenza non stop nell’ambulatorio di uno specialista del cuoio cappelluto. A cui aggiungere anche alcuni cerotti sul viso, notati da più di un curioso. «Appena usciti sono tutti saliti in gran fretta sulle auto e se ne sono andati».
Il giallo ferrarese poteva anche finire qui. Se lunedì sera non fosse comparso un altro indizio: la famigerata bandana sfoggiata in Sardegna in occasione della visita del premier Tony Blair. Un vezzo senile? Che però, alla luce del blitz ferrarese dei primi di agosto, potrebbe anche rivelare un altro vezzo, la nostalgia per la chioma perduta.
Roba da far impallidire un altro caso di pari portata politica, il gossip sul ciuffo di Romani Prodi, che secondo le malelingue era stato ringiovanito con qualche pennellata artificiale. Roba da dilettanti, potrebbe aver pensato il Cavaliere. Che, come tutti sanno, è abituato a fare le cose in grande. Così chi ama dire cattiverie potrebbe anche insinuare che il Berlusca, forse invogliato dalla rigogliose chiome miracolosamente ricomparse sulla fronte di qualche asso dello sport, abbia voluto prendersi la soddisfazione di stracciare il rivale bolognese. Meglio una soluzione permanente a un rimedio con i giorni contati, cribbio!

Il dottor Rosati abbottonato: «Non posso confermare nulla»

Bocca cucita, discrezione assoluta. Asserragliato nel suo studio-abitazione di via Piangipane, Piero Rosati ieri ha messo un robusto argine tra i “segreti” del suo ambulatorio e l’insistente marea mediatica.« Non posso confermare niente, c’è il segreto professionale, il diritto alla privacy. Non posso dire nulla, non confermo nulla, violerei la mia deontologia».

Un riservo più che doveroso. Anche se Rosati ha dovuto spesso fare i conti con l’interesse un po’ pettegolo che circonda la sua attività, dal momento che nel suo ambulatorio sono già passati molti personaggi noti dello sport e dello spettacolo.
Quando sei anni fa il suo nome balzò sulla ribalta internazionale della medicina, con il primo trapianto di capelli e cute al mondo tra due persone diverse e non per autotrapianto (tra due gemelline di Trento), Rosati aveva già un nutrito curriculum alle spalle.
Rosati infatti è tra i primi cinque chirurghi del capello a livello mondiale. Laureato all’università di Bologna, è a Ferrara dall’80-81. Dopo essere stato per un anno al Gemelli, in Francia ha approfondito gli studi in chirurgia plastica con particolare riferimento alla microchirurgia vascolare e nervosa.
Medico chirurgo, è specialista in otorinolaringoiatria e patologia cervico-facciale; inoltre, è professore a contratto di chirurgia plastica ed estetica della testa e del collo all’università di Ferrara. Tiene corsi e lezioni in tutto il mondo. Vent’anni fa si è concentrato nello studio dei capelli perché il settore, a suo giudizio, era molto trascurato se paragonato agli altri segmenti del vastissimo campo della chirurgia plastica ed estetica.
La metodica messa a punto dal dottor Rosati, in anni di esperienza nel trattamento della calvizie maschile e presentata negli Stati Uniti alcuni anni fa, è già stata mostrata in Italia in una famosa trasmissione televisiva.
Inoltre, il dottor Rosati ha avuto grossi consensi e apprezzamenti nei più importanti congressi nazionali e internazionali anche grazie all’introduzione di un nuovo tipo di strumentario chirurgico ideato dallo stesso medico ferrarese.
E stando alle indiscrezioni, in questi ultimi giorni potrebbe aver arricchito il suo già nutrito “carnet” di pazienti famosi.

Un metodo all’avanguardia: con il capello anche la cute
La tecnica innovativa messa a punto dal dottor Piero Rosati nel trapianto dei capelli ha fatto di lui uno dei luminari in materia, conosciuto a livello nazionale. Si tratta di una metodologia più complessa rispetto a quelle tradizionali, che garantisce però risultati molto superiori alla media e un effetto più naturale. Il sogno di ogni ex-cappelluto.
Infatti il metodo del dottor Rosati non prevede il trapianto del solo capello, ma del capello con una piccolissima parte di cute. Questo perché il capello per poter vivere, crescere e svilupparsi al meglio ha bisogno del suo intero, complesso apparato: dalla ghiandola sudorifera a quella sebacea al muscolo erettore. Si tratta in definitiva di un vero e proprio trapianto di organo, e come tale comporta gli stessi rischi di tutti gli altri trapianti. Il rinfoltimento perciò viene portato avanti per gradi, e chi si aspetta una ricomparsa istantanea dell’antica chioma dovrà frenare l’impazienza. Si procede solitamente per autotrapianto: vengono prelevati i capelli superstiti (dalle basette o dal collo, dove sono più forti e possono così garantire in futuro una capigliatura più resistente di quella originaria) e impiantati nelle zone “spoglie”. L’autotrapianto è naturalmente la soluzione più praticata, proprio per evitare problemi di rigetto. Ma, caso unico al mondo, sei anni fa, il dottor Rosati riuscì a eseguire un eccezionale trapianto tra due gemelline. Una delle quali, ammalata di leucemia e resa calva dalla terapia, aveva già ricevuto il midollo osseo dalla sorella. Un’operazione chirurgica all’avanguardia, mai effettuata prima di allora al mondo e che aveva procurato a Piero Rosati fama internazionale.

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