Silvio? Ha solo me in testa

di P.F. De Robertis
La chirurgia plastica è a metà strada tra la medicina del corpo e quella dell’anima. Spesso aiutiamo la gente a stare meglio con se stessa, e non scordiamo che opero anche i bambini iracheni deturpati. Molta gente viene da me perché ha problemi esistenziali che crede di risolvere con un lifting. E sbaglia
Il chirurgo che trapiantò i capelli al premier: presto un altro intervento
Piero Rosati: «Di norma, entro un anno si esegue una seconda operazione»
FERRARA – Dottor Rosati, ci vogliamo togliere subito il dente?
«Quale dente?»
Berlusconi.
«Guardi che per me non è un problema».
Però prima lo era.
«Ora non più. E’ stato quando Berlusconi mi ha detto: ‘Piero, non c’è niente da nascondere’».
E allora parliamone.
«Parliamone».
Piero Rosati, 48 anni, abruzzese di origine e ferrarese acquisito (vive in Emilia dal 1982), è uno dei chirurghi plastici italiani più famosi. O più in voga, fate voi. Per il quale, come tutte le persone, esiste un prima o un dopo rispetto a qualcuno o qualche cosa. Per lui il prima e il dopo è l’operazione di trapianto dei capelli di Silvio Berlusconi, avvenuta lo scorso agosto. Prima era un chirurgo plastico conosciuto, adesso è «il» chirurgo plastico, specialmente in campo tricologico.
Chi la contattò personalmente per il trapianto del premier?
«Fu il suo medico personale che venne a sapere della mia attività e dei miei metodi da alcuni comuni conoscenti, professori universitari. Mi chiamò e mi spiegò la cosa. Sulle prime pensai a uno scherzo, e confesso che la prima parte della telefonata rimasi sulle spine. Poi scesi nel particolare e allora capii».
E il contatto con il premier come fu?
«Mi volle conoscere. Sono stato a trovarlo diverse volte prima dell’intervento e molte altre volte dopo. E’ nato un bel rapporto, ridiamo e scherziamo. Berlusconi è una persona sorprendente, con una carica umana davvero particolare, se lo conosci lo stimi ancora di più».
Che paziente è stato il premier?
«Unico nel suo genere. Rideva, era allegro. Scherzava con i miei assistenti e con le infermiere. Ha invitato tutti in Sardegna».
Qualcuno ha accettato?
«Solo io».
E’ vero che presto Berlusconi tornerà per un secondo trapianto?
«A questa domanda non posso rispondere». Ma è vero che di norma a un primo trapianto ne deve seguire un secondo?
«E’ vero». A che distanza di tempo?
«Da sei mesi a un anno». Quindi la prossima estate Berlusconi tornerà nella sua sala operatoria…
«Passiamo alla domanda successiva».
Restiamo in tema di politici. Le va di fare un gioco?
«Proviamo».
Per Prodi che tipo di intervento di plastica immagina?
«Prodi? Forse avrebbe bisogno di una tiratina».
Fassino? «Fassino ha il naso troppo lungo e anche il mento che sporge. Bisognerebbe lavorare su questi due punti».
Fini?
«Fini? Va bene così».
Rutelli?
«Ma Rutelli è bellissimo, lasciamolo stare come mamma l’ha fatto»
. Ma lei ha un’idea del bello?
«Bello è ciò che piace».
Eh, no. Troppo facile. Ci saranno pure dei canoni a cui un professionista come lei si deve rifare.
«Bello è armonia, anzitutto con se stessi. Anche un calvo può essere pieno di fascino. Pensi ai calvi famosi, da Brinner a Connery».
Scusi la domanda provocatoria, ma una medicina che si occupa di capelli da reimpiantare o di tette da rifare, che cosa c’entra con Ippocrate?
«La chirurgia plastica è a metà strada tra la medicina del corpo e quella dell’anima. Spesso aiutiamo la gente a stare meglio con se stessa, e non scordiamo che opero anche i bambini iracheni deturpati».
Si sente un pò psicologo?
«Molta gente viene da me perchè ha problemi esistenziali che crede di risolvere con un lifting. E sbaglia».
Tipo?
«Tipo la moglie che si vuol rifare le tette perchè il marito chiede il divorzio. Forse bastava trovare un’intesa diversa o rompergli meno le scatole, al marito» .
E in questi casi lei come si comporta?
«Li mando via».
Forse ora che è ricco e affermato, ma una volta…
«Mi sono sempre comportato così. E’ un investimento su se stessi».
Vengono più uomini o più donne?
«Non tengo il conto. Diciamo che le donne seguono più le mode e vogliono farsi consigliare, gli uomini sono più determinati».
I vip chiedono tutti l’anonimato?
«Lo pretendono, e per tutelarli li invitiamo a sostare in una sala di attesa riservata. Dei miei pazienti solo Berlusconi e l’ex giocatore juventino Antonio Conte hanno accettato di parlare in pubblico dei loro interventi».
Ha avuto molti pazienti vip?
«Moltissimi».
Nomi?
«Scherziamo? Neppure seppure sotto tortura».
Quanto costa un’operazione?
«Non esiste un tariffario. Ma diciamo che un trapianto di capelli va sui 5-6 mila euro, un lifting 8-9 mila, un naso altrettanto».
Alla portata di tutti…
«Di tutti no, ma non è certo un affare di pochi. Tra i pazienti non ci sono solo vip e attori. Magari non verrà l’operaio della Fiat, ma l’impiegata di banca che vuol darsi una sistemata c’è eccome».
Gli emiliano-romagnoli sono vanitosi?
«Moltissimo. A parte Milano, che ha una sorta di record italiano di interventi, l’Emilia Romagna è tra le prime regioni in fatto di plastiche e lifting».
Più gli emiliani o i romagnoli?
«Ricorrono al chirurgo plastico molto i reggiani, i parmigiani. I bolognesi meno, forse si sentono già abbastanza sicuri di se per il fatto di vivere nel capoluogo. E moltissimo i romagnoli, i riminesi in particolare. La c’è molta gente che d’inverno lavora poco, ha un tempo e i soldi da spendere. Quelli guadagnati in estate».